A gonfie vele
Prima di iniziare
Come ascoltare
La variabile invisibile

Tutti abbiamo l’esperienza di momenti in cui, a parità di competenze ed esperienza, performiamo in maniera sorprendentemente eccellente e altre in cui sembra che tutte le nostre abilità siano scomparse.
Questo è vero in campo, in famiglia, nella boardroom, o in una negoziazione.
In questa breve esplorazione cercheremo di rendere un po’ più visibile l’invisibile. Inizieremo a guardare nella direzione di cos’è davvero quella “magia”, quel “qualcosa di superiore” che ogni tanto ci da una mano.
Qual è la variabile? Cosa gonfia le vele della nostra performance?
Una nuova comprensione
Due domande
Per cominciare, ti invitiamo a prendere qualche minuto e riflettere sulle seguenti domande.
a) Qual è la differenza tra una grande partita (meeting, negoziazione, colloquio, etc..) e una pessima? Pensa a due esempi personali: cosa noti?
b) Hai la sensazione di comprendere tutti gli aspetti della performance oppure ci sono ancora situazioni che sembrano “misteriose”, casuali, imprevedibili? Cose che non ti spieghi, dove il massimo che puoi fare è “sforzarmi di più la prossima volta” e sperare che le cose vadano nel verso giusto?
Si comincia
“Sembra magia solo quando non si conosce il processo”
Guarda il video:
Quattro equivoci
Fonte Vs Forma
A primo sguardo, due fenomeni come Cristiano Ronaldo e Usain Bolt hanno due approcci competamente diversi. Il primo è famoso per dedizione, disciplina e serietà, il secondo finiva sulle pagine dei giornali tanto per le sue feste notturne quanto per i suoi risultati. Eppure entrambi sono eccellenze indiscusse nei loro campi. Chi ha ragione?
Quando ci concentriamo sul “fare”, pensiamo che i comportamenti siano il “segreto”. Cerchiamo di decodificare cosa fanno i migliori e proviamo a replicarlo. In questo caso potremmo trovarci in un dibattito tra il “modello Ronaldo” e il “modello Bolt”.
Ma sarebbe un errore. L’equivoco è presto svelato quando leggiamo le loro parole:
"Io intanto gioco e mi diverto e questo è il mio segreto". Il portoghese non conosce la parola sacrificio: "Ogni giorno per me è importante, per la cura di ogni dettaglio. Nell'allenarmi, nel mangiare. Non mi pesa."
Ronaldo su "La Gazzetta dello Sport"
"Alcune persone hanno provato a farmi smettere di andare ai party - ma niente, io sono così. Le feste sono qualcosa che mi piace. Ho sempre provato a vivere la mia vita a modo mio, così da poter essere un buon modello per gli altri".
Usain Bolt su "The Guardian"
L’occhio attento nota che, in effetti, entrambi stanno seguendo lo stesso approccio: fidarsi di quello che sanno essere giusto per loro.
Il comportamento è solo la conseguenza della chiarezza mentale su quello che è giusto per ognuno di noi.
Per provare a raggiungere i livelli di eccellenza di campioni come Bolt e Ronaldo, dobbiamo smettere di “guardare fuori”, alla costante ricerca della strategia vincente, e imparare ad ascoltarci e trovare la nostra chiarezza.
1) Il successo si ottiene con la chiarezza di seguire quello che sappiamo da dentro più che copiando la ricetta di qualcun altro.
Non sei al centro
Ascolta le parole di Kobe Bryant, cestista che ha fatto la storia, in questo breve video di 30 secondi (sottotitolato in italiano):
Istintivamente, tutti sappiamo che quando prestiamo troppa attenzione ai nostri pensieri, a quello che proviamo, a ciò che un risultato vorrà dire di noi, la nostra performance cala drasticamente.
Eppure, la stragrande maggioranza del “lavoro mentale” ruota intorno al monitorare, controllare, gestire i nostri pensieri e le nostre emozioni.
Ma quando siamo più interessati “al gioco” (in campo, in ufficio o in famiglia) che a noi stessi, immediatamente troviamo chiarezza e sappiamo cosa fare.
2) La qualità della nostra performance è inversamente proporzionale al nostro interesse verso pensieri ed emozioni.
Forza di volontà Vs Forza di spirito
A cosa pensano i top performers quando danno il loro meglio?
Queste le parole di Pedri dopo una grande prestazione:
Giornalista: “Hai fatto un gol che sembravi Messi, e mi stai dicendo che non ti ricordi come hai fatto?
Pedri: “Eh si, non mi ricordo. Le cose succedono da sole, io ho la fortuna di non pensare”
Ancora una volta, probabilmente stai annuendo. Se pensi ai tuoi momenti migliori ti accorgi che ti trovavi in una totale assenza di pensiero. E’ la ragione alla base del clichè per cui le migliori idee vengono sotto la doccia, o di notte, o al parco. Raramente vengono quando ci stiamo “spremendo le meningi”. Questo perchè il nostro meglio è alimentato da quella che chiamiamo “Forza di Spirito”, ovvero questa capacità innata che emerge in maniera naturale senza alcuno sforzo da parte nostra.
Il grande equivoco della performance è invece pensare che il motore da usare sia quello della “Forza di Volontà”. Il mito che se ci sforziamo abbastanza possiamo eliminare i pensieri “sbagliati” e controllare quelli “giusti”. Ma ogni volta che usiamo la Forza di Volontà per migliorare la performance, stiamo sprecando la possibilità di fare emergere naturalmente la Forza di Spirito.
3) Il nostro meglio è qualcosa che va lasciato emergere, non qualcosa da raggiungere o costruire. Più cerchiamo di raggiungere “the zone”, più ce ne allontaniamo.
Il benessere come bussola


Si tratta di un equivoco innocente. Ma dalle conseguenze devastanti.
Capire come funzioniamo e operare di conseguenza non solo può rendere le nostre performance infinitamente migliori, ripetibili e senza inutile sforzo mentale, ma ci permette di godere di quello che stiamo facendo.
Ci permette di stare bene. Ormai i giornali sono pieni di storie come quella di Naomi Osaka, o di Phelps, o di Ilicic. Grandissimi campioni che si sono trovati a essere vittime innocenti del culto dello sforzo.
Per troppo tempo ci siamo trovati a vedere il divertirsi e l’essere felici come un bonus, la ciliegina sulla torta, se non addirittura qualcosa da evitare perchè distoglie dal sacrificio e dalla sofferenza che crediamo siano necessarie per far bene.
Eppure basta guardare dei video di Ronaldinho quando aveva la palla tra i piedi per capire che il godersi quello che facciamo non può essere un extra o tantomeno un problema, ma una necessità.
L’entusiasmo e la gioia presenti nell’incredibile avventura della nazionale italiana di calcio all’europeo 2021 resero la vittoria finale quasi un’inevitabile conseguenza.
4) Il benessere è tanto innato e naturale quanto l’espressione del nostro potenziale.
Se pensi di essere al tuo meglio, ma mentalmente fai fatica, vuol dire che quello non è il tuo meglio.
In conclusione
Unendo i puntini
Dietro tutto quello che abbiamo condiviso qui, c’è una verità:
Quei momenti di “flow” dove siamo trasportati in una dimensione che trascende i nostri pensieri, sono in effetti un assaggio di chi siamo veramente. Quanto più riusciamo a capire chi siamo davvero, quanto meno ci sembra di dover “mettercela tutta per fare del nostro meglio” e possiamo semplicemente essere la migliore versione di noi stessi.
E’ un’idea rivoluzionaria quella di non dover fare nulla per essere al massimo, ma se ti dai una chance per considerarla, inizierai a scoprirne la verità.
Da “10+” di Alessandro Del Piero:
“Sono momenti di grazia assoluta, il vero nirvana del gioco del calcio.
Le cose più belle che ho fatto nella mia carriera le ho fatte così, nel fondo di questa solitudine, svuotato di ogni pensiero e dunque libero dalla pressione psicologica […]. Le ho letteralmente fatte e basta.
Sono momenti cosi belli, così pieni di quel nulla preziosissimo, che poi ovviamente non li ricordo: ricordo il subito prima e il subito dopo, ma il momento magico svanisce, perché è un dono talmente puro che basta a se stesso.
E’ come non esserci più, o meglio, è come esserci in una forma diversa, più alta e misteriosa, inconcepibile, istintiva, extranaturale. E’ meraviglioso.“
Per approfondire:
Ti presentiamo una breve risorsa utile per continuare ad esplorare la differenza tra forza di volontà e forza di spirito.
Leggi “Oltre la volontà” qui sotto oppure scaricalo cliccando qui.